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Pubblicato il 15/07/202020/09/2020 di Direttore Responsabile

La ipocrisia della censura nella stampa, chat e altri mezzi di comunicazione

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La libertà di stampa è una necessità per ogni società democratica. Lo sviluppo della tradizione dei “media occidentali” segue parallelamente lo sviluppo della democrazia in Europa e negli Stati Uniti. A livello ideologico, i primi fautori della libertà di stampa furono i pensatori liberali del XVII e XIX secolo.

Essi svilupparono le loro idee in contrapposizione alla tradizione monarchica in generale ed al diritto divino dei re in particolare.

Questi teorici liberali sostennero che la libertà di espressione era un diritto richiesto dagli individui e che si basava sulla legge naturale.

Dunque, la libertà di stampa era parte integrale dei diritti individuali promossi dall’ideologia liberale.

Altre correnti di pensiero successivamente presentarono argomentazioni a favore della libertà di stampa senza dover per forza basarsi sulla controversa questione della “legge naturale”; ad esempio, la libertà di espressione cominciò ad essere ritenuta come una componente essenziale del “contratto sociale” (L’accordo basico tra le strutture di uno stato ed il suo popolo riguardo ai diritti e ai doveri che il governo ed ogni parte della società doveva concedere ed accettare rispetto alle altre).

La premessa in quanto la libertà di stampa è un concetto estremamente problematico per molti sistemi non democratici di governo in quanto, nell’era moderna, lo stretto controllo dell’accesso all’informazione è critico per l’esistenza della maggior parte dei governi non democratici e dei sistemi di controllo e degli apparati di sicurezza a loro associati.

Ora…non è possibile che dei giornalisti vengono ‘censurati’ o ‘bloccati’ nei loro account di una chat, per poi ricevere delle ipocrite risposte. A questo proposito è doveroso ricordare il trattato di Nizza dell’UE che ha previsto, all’articolo 7 TUE, un meccanismo preventivo in caso di evidente rischio di violazione grave, rendendo in tal modo molto più operativi gli strumenti di cui l’Unione già disponeva.

In particolare l’Articolo 11 dice: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera“.

Il ‘sopravvalutare’ taluni circostanze, dando troppa fiducia a questo tipo di opportunità di comunicazione, ha il risultato di quel detto ben noto del ‘dare le perle ai porci’ senza offesa a questi animali che, molto probabilmente, sono meglio di taluni bipedi umani inseriti in contesti tecnologici ove l’uso di questi strumenti è evidente differente dagli obiettivi indicati nelle loro linee guida all’utente/consumatore.

Foto copertina per gentile concessione dell’autore. Non concesso ad altri usare.

CategorieATTUALITA', MEDIA e GIORNALISMO Tagaccount, censura, democrazia, giornali, giornalisti, informazione, libertà di espressione, libertà di stampa, media, Piattaforme video, rischi, sicurezza, Stampa

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